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Come gestire il processo di coaching

 

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Gestire un processo di coaching implica una profonda preparazione e il rispetto del Codice Deontologico della nostra professione (così come riconosciuto, tra l’altro, dalla recente legge Numero 4 del gennaio 2013).

Il coach è un professionista che ha il compito di tenere la “relazione” con il cliente con responsabilità e consapevolezza, evitando pericolose derive verso altre discipline, che nulla hanno a che fare con il coaching.

Mi piace quindi ricordare (e magari “spiegare” a chi cerchi indicazioni chiare…) che nella relazione di coaching il solo ed unico protagonista è il CLIENTE il quale ha un bisogno da soddisfare, una specifica domanda di coaching, un piano di azione da programmare e rispettare e tutte le risorse già in se per raggiungere il suo obiettivo (chiamasi GOAL SETTING).

Il coach, dal canto suo, deve “limitarsi” a fare 2 cose fondamentali:

  1. ascolto attivo
  2. domande esplorative potenti

Per quanto sia facilissimo cadere nel trabocchetto di “somministrare” un consiglio, una soluzione o – peggio ancora – il proprio punto di vista in base alla propria esperienza, un buon coach stimola le potenzialità del cliente e ne “presidia” il cammino verso il raggiungimento dell’obiettivo indicato.

Laddove un coach facesse qualcosa di diverso da questo di certo non sarebbe un processo di coaching!!

Ricordate sempre: un cliente non va via con i PERCHE’ o con i COSA…ma va via con i COME!!

Al prox post…

Roberto Ardizzi

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